L’unione Europea dopo oltre 12 anni, (la direttiva è la 93/99), rimette ordine a tutto campo sulla Firma Digitale, Identità digitale, E-commerce, fatturazione elettronica, in sostanza su tutta l’innovazione in materia digitale in una nuova forma legislativa che rende d’ immediata applicazione la normativa dal titolo “REGULATION OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL on electronic identification and trust services for electronic transactions in the internal market” . Non lasciarsi confondere dal titolo che sembra specifico ma invece leggendo il complesso documento di cui siamo venuti in possesso ( ancora in lingua inglese) si tratta di una completa accurata revisione sia della direttiva comunitaria del 99 atutto campo che affronta praticamente tutti ma proprio tutti i temi dell’uso del digitale nella rete, tanto per elencarne i principali in modo non esaustivo:
– Firma Digitale
– Certificati digitali di firma
– Certificati WEB SSL
– Certificatori
– Enti di Controllo governativi ( il nostro DIGITPA)
– Dematerializzazione
– Fatturazione Elettronica
– Time Stamp
– Procedure per l’identità digitale
E chi più ne ha più ne metta. L’aspetto interessante del documento è una vera e propria constatazione del fatto che ogni Paese dell’unione ha fatto di tutto per realizzare strumenti legislativi e purtroppo anche tecnici che hanno reso impraticabile la interoperabilità degli strumenti posti a disposizione del cittadino e delle imprese con una ferma condanna di questo tipo di attività che risulta oltre ad essere dispendiosa assolutamente negativa per lo sviluppo in Europa arrivando persino a far sviluppare il crimine informatico, a questo risultato si è arrivati attraverso l’approfondita indagine dell’Agenda Digitale europea. Senza mezzi termini il documento dice sostanzialmente, riporto il testo in lingua originale, che I Paese Europei hanno remato contro creando strumenti non interoperabili fra loro realizzando delle vere e proprie barriere elettroniche che addirittura facilitano il crimine informatico rendendo praticamente impraticabili tutte le norme sulla digitalizzazione e l’e-govermente agli operatori del settore imprese governi cittadini. All’art.1 pag. 2 dice testualmente “The Digital Agenda for Europe identifies existing barriers to Europe’s digital development and proposes legislation on e-signatures (Key Action 3) and the mutual recognition of e- identification and authentication (Key Action 16), establishing a clear legal framework so as to eliminate fragmentation and the lack of interoperability, enhance digital citizenship and prevent cybercrime.” Ed inoltre alla pagina 12 art. 9 ribadisce “In most cases service providers from another Member State cannot use their electronic identification to access these services because the national electronic identification schemes in their country are not recognised and accepted in other Member States. This electronic barrier excludes service providers from enjoying the full benefits of the internal market. Mutually recognized and accepted electronic identification means will facilitate crossborder provision of numerous services in the Internal Market and enable businesses to go cross-border without facing many obstacles in interactions with public authorities” Il nostro tipico esempio italico è la PEC di cui abbiamo parlato più volte. Mi sembra quindi la volta buona per far osservare il principio della interoperabilità e standardizazione di tutta la materia relativa all’innovazione tecnologica sia indispensabile per il progresso che invece diviene regresso attraverso l’uso di sistemi che non garantiscono standard ed interoperabilità divenendo vere e proprie “electronic barrier”.
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