Censura Internet: oscurato sito pirata Btjunkie.com

Si chiama “Poisonous Dahlia“, dal nome di una pianta velenosa, l’operazione repressiva avviata lo scorso aprile dalla magistratura sarda con il concorso della Guardia di Finanza di Cagliari per contrastare l’accesso al download pirata. Nello specifico, la magistratura cagliaritana aveva vietato l’accesso al sito e indagato due internet provider, Fastweb e Ngi, per aver omesso di bloccare tutti gli accessi alla piattaforma «btjunkie», uno dei più grandi supermercati abusivi di materiale multimediale. Si calcola che solo in Italia, seconda solo agli USA per numero di accessi al sito, 500mila utentiaccedano a btjunkie ogni giorno, il che si traduce – sommato alle sponsorizzazioni – in un guadagno di oltre 3,5 milioni di euro annui per gli amministratori. Il sito che permetteva l’accesso a Btjunkie – raggiungibile dagli utenti solo tramite proxy – è stato oscurato venerdì mattina dalle Fiamme Gialle, dopo aver scoperto che la registrazione del dominio «proxyitalia.com/btjunkie.org» era stata compiuta immediatamente dopo l’emenazione del provvedimento della magistratura e tramite un servizio terzo che aveva permesso di bypassare il blocco imposto ai provider garantendo la privacy all’utente registrante e permettendo agli utenti italiani di continuare a fruire del sito senza incorrere in sanzioni penali­. Subito dopo la divulgazione della notizia dell’inibizione dei siti www.btjunkie.org e www.btjunkie.com, su blog e siti privati giravano indicazioni su come aggirare la barriera di isolamento del motore di ricerca BitTorrent Btjunkie.org eretta dall’autorità giudiziaria, ossia attraverso il varco aperto dal sito proxyitalia.com, servizio di proxy creato in Canada e allocato in Germania, attualmente oscurato. L’operazione è stata effettuata in attuazione di un provvedimento emesso in via d’urgenza dal sostituto procuratore Giangiacomo Pilia. La logica dell’operazione, spiegano gli investigatori della Finanza, è da ricondurre alla lotta alla rimozione degli “ostacoli tecnologici frapposti per aggirare gli obblighi imposti dalla legge per la tutela del diritto d’autore e del copyright”. “Un ulteriore duro colpo alla cybercriminalità globale”, ha spiegato lo stesso nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo sardo. Un duro colpo all’abusivismo multimediale, senz’altro, ma siamo certi che censura ed embargo dei provider si rivelino efficaci deterrenti delle azioni pirata? Chi segue Cittadini di Internet da un po’ ricorderà sicuramente quanto si è detto a proposito di Ultrasurf, il software gratuito che permette di navigare sul web e visitare siti di tutto il mondo senza lasciare traccia dei propri dati personali, nonché di accedere a siti sottoposti a sequestro giudiziario, laddove il server che ospita il sito si trovi in territorio extranazionale rispetto all’area di applicazione del sequestro stesso.

Roberta Di Mauro

Your Turn To Talk

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.