Google + cancella i profili privati dopo il 31 luglio

A pochi giorni dalla pubblicazione, il nuovo Social Network Google+ ha già lanciato una nuova sfida all’antagonista Facebook, la social-piattaforma fino ad oggi più navigata nel mondo.  Dai piani alti di Google è stato infatti annunciato che subito dopo il 31 luglio di quest’anno tutti gli account privati presenti su Google+ verranno automaticamente cancellati dal server. Laratio risiede nella natura stessa del nuovo Social Network, il quale, spiega Big G, nasce con l’intento di favorire la comunicazione fra gli utenti e abbattere le barriere che ne privatizzano i profili“Lo scopo di Google+  è di abilitare le persone a gestire la propria identità in rete. Crediamo che il migliore utilizzo di Google+ sia quello di aiutare le persone a trovarsi e a restare in contatto. I profili privati non permettono tutto questo, pertanto abbiamo deciso di renderli tutti pubblici”. Gli amministratori del sito ricordano tuttavia che le sole informazioni da condividere necessariamente sono il nome completo e il genere, mentre tutte le altre possono essere cancellate od opportunamente modificante dal titolare dell’account. A chi potrebbe replicare, a favore del concorrente, che il Social Network di Mark Zuckerberg consente la gestione delle informazioni attraverso un complesso sistema di Privacy, Big G risponde prontamente che “anche il più privato dei profili su Facebook mostra il nome completo, il genere e la foto del profilo”. Niente Privacy, dunque, su Google+. Con queste premesse, strappare utenti a Facebook potrebbe rivelarsi ancor più difficile, a meno che i social networkers non siano disposti a responsabilizzarsi e a non affidare alle impostazioni sulla Privacy la gestione delle proprie informazioni. Più volte “Cittadini di Internet” è entrato nella complessa problematica della cosiddetta “Privacy“, termine piuttosto improprio almeno per la nostra legislazione, dove il garante stesso si definisce “Garante della Privacy“, tradendo la più corretta forumalazione normativa di “Garante per la protezione dei dati personali” , avente tutt’altra connotazione. Malgrado tutti gli interventi dell’associazione “Comunicare Sicuri” con l’autorità, la gestione dei propri dati personali da parte degli utenti ha conservato il proprio carattere irresponsabile e poco oculato. Il dilagare dei furti d’identità, ben più gravi, ad esempio, del furto di un numero di carta di credito, dovrebbe indurre gli internauti alla riflessione e ad operare una selezione più accurata degli affidatari delle proprie informazioni personali.

Roberta Di Mauro

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