Nun c’è gnente da ride !

“Detenuto in attesa di giudizio”, film quanto mai attuale, che di comico ha poco ma di amaro molto.

Così sicuramente avrebbe detto il famoso attore Alberto Sordi  “Nun c’è gnente da ride !”, nel rivedere il suo film con  la situazione attuale della Giustizia in Italia. Ritornando ai giorni nostri e quanto abbiamo rivisto in questi giorni rimanendo nel tema principale della nostra associazione, non vorremmo occuparci di altri problemi, se no non se ne esce fuori. Puntualmente come ogni anno si è rinnovata la sceneggiata dell’inagurazione dell’anno giudiziario ne avevamo parlato l’anno scorso TRA PROMESSE E SANZIONI, mi sembra che nulla sia cambiato anzi la situazione sta peggiorando ma andiamo avanti con ordine. Quello che mi ha più colpito è la concomitanza di alcuni fatti: Il 30 Gennaio il  Presidente della Corte di Appello di Rom,a come riporta la stampa il 30 Gennaio,  dichiara :”Santacroce: “Pec obbligatoria per snellire i processi giudiziari” , non credo che il Presidente Santacroce ignori che la Pec è già teoricamente obbligatoria e che diverrà ancora di più obbligatoria il Il 31 gennaio 2012 è entrato in vigore il nuovo testo dell’art. 136 del codice di procedura civile così come modificato dalla L. 183/2011: come spiega in modo molto esaustivo Maurizio Reale nel suo blog con dei distinguo molto interessanti di cui parlerò dopo.

Quasi contemporaneamente si decide di rinviare l’obbligatorietà della PEC rinviandola  nuovamente al 30 Giugno sembrerebbe solo per le imprese ma non mi meraviglierei che vista la confusione il rinvio non si ritenesse il rinvio valido  per tutti, visto che il disposto legislativo lega in modo inscindibile Imprese e Professionisti. Contemporaneamente o quasi avevamo chiesto lumi al Ministero dello sviluppo economico sul fatto che Camere di Commercio e Ordini professionali malgrado vi sia una legge non accettavano forme diverse dalla Pec made in Italy pur essendoci una legge che prescriveva un uso alternativo alla PEC made in Italy, l’intera storia in LE TRE PEC, Ministero dello Sviluppo Economico, che non ha ancora risposto. Ora leggendo con attenzione il pezzo di Maurizio che leva un grido d’allarme sull’uso della PEC in ambito giudiziario che  riprendo per intero”

Non entro nel merito di  quanto disposto da D.G.S.I.A. ma, non posso non rendervi partecipi della mia personale preoccupazione in considerazione dei continui disservizi  che dal novembre 2011 ad oggi si sono verificati e continuano a verificarsi proprio nell’invio da parte delle cancellerie delle comunicazioni telematiche al punto che alcuni Uffici Giudiziari che operavano a valore legale ex art. 51 citato, hanno dovuto adottare  provvedimenti con i quali si disponeva il ritorno alla comunicazione cartacea o mezzo fax in considerazione delle problematiche inerenti la funzionalità dei servizi di comunicazione dei documenti informatici e del sistema PEC del Ministero della Giustizia.

Mi chiedo, da ultimo, se tutti gli impiegati delle cancellerie degli Uffici Giudiziari interessati dalla nota di D.G.S.I.A. del 31 gennaio 2012 siano stati adeguatamente formati dal Ministero della Giustizia e tale domanda sorge in considerazione del fatto che nella detta nota siano riportate le ISTRUZIONI PRATICHE per le comunicazioni via PEC ex art. 136 c.p.c.; ciò mi fa pensare che la formazione non voi sia stata e che i dipendenti delle cancellerie dovranno formarsi da soli utilizzando le
allegate istruzioni. Se così fosse … credo che tutti gli operatori avranno bisogno di un grande IN BOCCA AL LUPO!!!”

Aggiungerei che siamo solo all’inizio della storia in tema di contestazione per notifiche o di errori sul contenuto delle stesse ci sono fiumi di giurisprudenza, sono curioso di vedere cosa accadrà quando si riuscirà a capire veramente come “non funziona la PEC made in Italy”
Contemporaneamente si sta procedendo in una non meglio identificata riforma della Giustizia a dire il vero sono oltre 60 anni che si dice la stessa cosa senza non solo avanzare di un millimetro ma retrocedendo in modo mostruoso. E qui sorge il sempre eterno problema di sovraffollamento delle carceri ma soprattutto il costo che ha una situazione come questa morale, umano ed economico, prendendo spunto da quanto si stia facendo abbiamo fatto una piccola indagine da dove sono venute fuori molte cose interessanti che ci riportano al film di Alberto Sordi ma per non essere dispersivi ci concentriamo su quanto possiamo suggerire a costo zero per provare a risolvere il problema. Dalle informazioni pervenuteci ci dovrebbero essere circa 30.000 detenuti in attesa di giudizio nelle nostre carceri, esseri umani che come il nostro Alberto Sordi sono li e molti non riescono a venirne fuori, problemi burocratici, furgono carcerari che non ci sono per portarli al processo e tanto altro ancora, il ministero sembra sia molto aggiornato in materia di popolazione carceraria tanto da fare invidia alle anagrafi dei comuni. Abbiamo a questo punto diviso questi sfortunati detenuti in due categorie:
1) Quelli che hanno tutto l’interesse a dilungare nel tempo l’attesa in carcere magari riescono ad andare via per aver superato la carcerazione preventiva
2) Quelli che NON hanno alcun interesse a dilungare la permanenza in carcere e vorrebbero avere il processo al più presto possibile
Penso che questo sia chiaro lo Stato Italiano dovrebbe avere per le ragioni anzidette tutto l’interesse ha venirne fuori al più presto.
Abbiamo quindi pensato di cercare quanto meno di risolvere la parte burocratica in modo semplice ed evitare quindi ogni ritardo non plausibile per la celebrazione dei processi dando i detenuti la possibilità di accedere alla PEC e più precisamente la CEC PAC abbiamo scritto quindi alla Severino.

 

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